Maurizio Aprea

Spazio Bellino

Maurizio Aprea

Spazio Bellino

Maurizio Aprea, il nuovo racconto di Piero Del Giudice

Maurizio Aprea è pittore, scultore su plexiglas, installatore, teorico della luce, analista della forma, indagatore della complessità dell’individuo e raccontatore di storie. Ha allestito una mostra del lavoro degli ultimi dieci anni nello Spazio Bellino di via Fontanesi a Milano e conviene parlarne.

Mostra Spazio Bellino - Tramontanti

Privilegia il plexiglas. Gli Oscillanti: lastre di plexiglas sovrapposte e lavorate che formano alcune opere. Oscillano alle correnti d’aria o mosse dai gesti dello spettatore e visitatore. Su queste lastre — graffiati, percettibili, non invadenti – piccoli frammenti di racconto che vanno a comporre una storia complessiva.

L’opera è variabile a seconda dei movimenti delle lastre di plexiglas e della luce che trasforma queste superfici e traspare sul loro movimento.

Maurizio Aprea - Solo per te - Diafanoscopia
Mostra Spazio Bellino - Invito

Un artista che ogni in tanto sbuca sulla scena milanese ed emerge dai suoi  spazi di lavoro – tutti precari: garage intelligenti per sole biciclette, loft, studi sempre puliti, mura di lavoro sovrabbondanti di prese elettriche, luoghi dove mostra opere finite ma dove non c’è traccia di materiali, non c’è segno di materia. La sua ostinazione è desiderio costante di racconto: storie corte, minimali, effimere, ma meravigliate, come in Carver e nei suoi epigoni. Racconto possibile con la rottura dei linguaggi tradizionali, con l’invenzione di forme nuove, nuove possibilità espressive.

Mostra Spazio Bellino - Doppi confini con in trasparenza i Tramontanti

Costruisce, il Nostro, anche scatole di plastica, contenitori in cui attraverso lamelle sagomate viene determinata una immagine che dà vita a più immagini: profili, volti, mani, fette e scaglie trasparenti e colorate dalla luce che danno una resa complessa, probabile, ambigua e ricca delle pitture-sculture.

Mostra Spazio Bellino - Solo per te
Mostra Spazio Bellino - Tramontanti
Mostra Spazio Bellino - Tramontanti
Maurizio Aprea - Memografia di Giovanni - Oscillante

Memografia di Giovanni – Oscillante

Il ritratto di Giovanni (1996) è esemplare del suo procedere. Una personalità da cui è sempre stato colpito (quel suocero che arrivava in città dalla provincia portando casse di verdura e di frutta) e di cui dice:
“Conoscere questa persona ha voluto dire raccogliere delle cose. Lui torna dalla Russia e dalla guerra, e la madre, nel casino di soldati tutti affacciati ai finestrini della tradotta lo riconosce dalla narice! Il ritratto di una persona, il suo ricordo, va costruito su vari piani, il plexiglas in questo caso è un materiale ottimo perché accoglie il segno, può essere un graffio, un tratto e diventa memoria che puoi accendere in ogni momento.”

Ne esce un qualche effetto di inscatolamento funerario, di archiviazione e ibernazione e poi scongelamento da una distanza glaciale e siderale di elementi vivi, di immagini vive della memoria.

Memografia di Giovanni - Particolare

Memografia di Giovanni – Particolare

“Parto da un oggetto che è custode di qualche memoria. Ho bisogno di un oggetto — come Proust — che raccolga la memoria. In questo caso sono partito dal ricordo di Giovanni il padre di mia moglie, un uomo di umanità inimmaginabile. La base del suo ritratto in plexiglas è un tronchetto di legno di pino — a sua volta filtrato da una luce. Questo legno faceva parte di un pino che stava di fronte alla casa, costruita con le sue mani, in Valpolicella. Quando l’albero è stato abbattuto ne ho raccolto vari pezzi, combinandoli con i fogli di plexiglas che raccontano varie cose della sua vita e con il tocco impresso dal visitatore. Infine c’è davvero il suo ritratto che diventa di carne alla luce.”

Un nuovo linguaggio narrativo, quello di Aprea, in cui ciò che lui chiama protoreale, cioè la sensorialità, si fonde con il virtuale. Se si guarda indietro ammira lo sforzo di un secolo fa messo in campo da Seurat e dal pointillisme perché è arrivato a fondere la scomposizione del colore sulla tela. Ritiene di avere un forte debito con le moderne indagini sulla tela messe in campo dal restauro. È la radiografia della tela che fa emergere strati è pentimenti che non si avvertono in superficie.

Memografia di Giovanni - Particolare

Memografia di Giovanni – Particolare

Questo artista insegue una ambizione di rappresentazione complessiva, mutante, interattiva. “Con gli oscillanti ho dato la possibilità a chi guarda di interagire.” Carica di memoria e transeunte:  “Gli oscillanti evocano un movimento della memoria, e poi di scavo Voglio rappresentare anche il rosume degli insetti xilofagi che divorano il legno della tela o i legni delle mie installazioni, caricando tracce, storie. Rappresentare gli insetti stessi.”