Maurizio Aprea

Più luce

Maurizio Aprea

Più luce

Mostra pluri-personale di MAURIZIO APREA, DAVIDE DE PAOLI, NICOLETTA FRIGERIO e ALBERTO GREIN

Opere presentate alla Galleria OSTRAKON di Milano
Dal 19 aprile al 3 maggio 2012

Maurizio Aprea - Residui antropici - Perifotoscopia

Maurizio Aprea, incisioni su plexiglass e perifotoscopie.

Come si entra nello studio di Maurizio Aprea si viene pervasi da una serenità speciale, del genere che aleggia nelle navate silenti di certe basiliche antiche. Atelier oracolare

Maurizio Aprea - Residui antropici - Perifotoscopia

Sono attratto dalle Perifotoscopie. Sulle prime mi fanno pensare a delle soluzioni acquose in cui galleggino volute di fumo lattescente. Poi mi avvicino e mi rendo conto che sono volteggi di luce, cangianti di forma a seconda della direzione del mio sguardo. Il medium è sempre il plexiglass ma senza incisioni superficiali che attraggano la luce. Le formazioni sono interne, prodotte dalle riflessioni di luce della lastra curvata. Fenomeni della fotoconduzione.

Sono indotto, dalla particolare struttura “a lente”, all’ispezione periscopica per captare indicazioni. E si confermano essere lo sviluppo di una coerenza mai paga sul tema del residuo antropico. Memorie tenaci e malinconiche dopo lo snaturamento causato da un fall-out sociale post-umanistico. Chiarissime ed esatte le sue designazioni: Bionomiche, Memografie, Memoridiane

Maurizio Aprea - Bue - Radiopittura

Qui non vi è il superamento del piano, né è richiesta l’interazione motrice. Sono quadri tout-court da parete che anche se non illuminati lasciano intravvedere delle immagini preziose, come sinopie prima dell’affresco. Quando vengono attraversate dalla fonte luminosa, come al diafanoscopio, rivelano per trasparenza delle quinte prospettiche, in un’accesa vaporosità di colori e sfumature.

Maurizio Aprea - Donna fiume - Radiopittura
Maurizio Aprea - Tramontanti

Luce è l’agente fisico che rende visibile gli oggetti che osserviamo.

Più luce è l’invocazione  di Goethe negli ultimi istanti della sua vita. Ma il senso della mostra non sta nella seconda angosciosa locuzione. Perché non è una mostra avente come tema la luce, fisica o mistica che sia, e nemmeno è una mostra di neon‐grafica.

Luce, bensì, come elemento compositivo integrato all’opera d’arte con funzione di espressione che, a seconda di come incide, penetra o riflette, produce rilievi, bagliori, scopie, segni.  È mostra di opere che senza l’apporto della luce risulterebbero incompiute e private del loro quantum emozionale.

Maurizio Aprea - Residui antropici - Perifotoscopia

Nell’aula bianca e linda si offrono alla vista, lungo le pareti, una serie di lastre trasparenti di plexiglass di varie dimensioni, supportate da telai ingegnosi, che chiedono di essere interrogate per rivelare il loro contenuto visivo. Il rivelatore dell’immagine latente è la luce, combinata col punto di osservazione e la grafica incisa sulla lastra o sul complesso di lastre.

Maurizio Aprea - Residui antropici - Perifotoscopia

Discorso formalmente diverso per le Radiopitture. Vi si ritrova la somma degli strati, ciascuno composto di tante parti accostate come tarsie, colorate e trasparenti, tali da rendere in riflessione una visione radiografica.

Maurizio Aprea - Salina - Radiopittura

Finito lo stupore l’elemento oracolare prende il sopravvento. L’interrogazione diventa trepida.Dentro la forma luminosa sono come agglutinati, anche qui e sempre, strati di memorie. L’opera si fa narrazione, pila di impronte da decifrare in chiave di esistenza e di destino.

Dorino Iemmi

[Da: Catalogo della Mostra Più Luce, a cura di Dorino Iemmi – Milano: Ostrakon, 2012]